Gentile direttore Generale Dott. Bortolo Simoni,
sono il Dott. Luca Faccio da Bassano del Grappa, riporto di seguito la lettera di Annalisa Nesi (mia moglie) dove racconta quanto accaduto presso la sua struttura ospedaliera di Bassano. Sono un blogger e mi occupo di tematiche socio-politiche con particolare attenzione alla disabilità, ho deciso di pubblicare questa lettera sul mio blog perché mi auguro che sia di stimolo per migliorare servizi e comunicazione tra pazienti e struttura.
In attesa di una risposta scritta,
Cordiali saluti
Dott. Luca Faccio
Gentile Direttore,
mi chiamo Annalisa Nesi e oggi le scrivo per portarla a conoscenza di un fatto a mio avviso piuttosto increscioso che mi è accaduto proprio questa mattina all’ Ospedale San Bassiano.
Dovendo pagare il ticket per una prestazione di pronto soccorso ricevuta il giorno 28 settembre scorso, qualche giorno fa mi sono recata allo sportello cassa e ritenendo la cifra per tale prestazione un po’elevata chiedo all’impiegato se fosse possibile ricevere una revisione di questi costi presentando le mie esenzioni per varie patologie che possiedo, l’impiegato mi dice che potrebbe essere possibile ma devo sentire la segreteria. Per questo stamattina 23 ottobre 2019 erano circa le 9:40 mi reco alla segreteria dell’archivio per chiedere queste informazioni munita di modulo di pagamento e modulo di esenzioni a me assegnate, l’impiegata mi chiede il verbale di pronto soccorso per sapere per quale problema ero stata accettata e non essendone munita entra lei nei terminali per vedere, mi chiede conferma io annuisco al che la signora controlla i codici delle mie esenzioni (che nello specifico sono quattro) esclude subito le prime tre e si sofferma su una che solitamente copre una lista più ampia di prestazioni. A questo punto si rivolge a me chiedendomi prima per quale motivo mi è stata riconosciuta quella esenzione e alla mia risposta generica insiste chiedendomi specificatamente in quale parte del corpo io abbia avuto questa malattia, in base alla mia risposta fornitagli nonostante lo choc la signora decide lei a sua discrezione e me lo comunica a voce senza lasciarmi nessun riscontro scritto che non mi spetta nessuna decurtazione del ticket per nessun esame ricevuto. Questo lo accetto se pur con qualche riserva infatti ho subito provveduto a pagare.
Quello che non accetto assolutamente ed è il motivo per il quale scrivo è che ho dovuto dare delle informazioni riservate sul mio stato di salute ad un’impiegata amministrativa (non un dottore o un infermiere) in un luogo senza nessuna riservatezza, in un corridoio di passaggio dove la signora si trovava dietro ad un vetro ma io mi trovavo nel corridoio dove chiunque passasse poteva sentire quello che stavo dicendo.
Io trovo questo accaduto assolutamente inaccettabile io mi sono sentita umiliata e violata della mia privacy e della mia intimità, per noi pazienti la malattia è già un bagaglio estremamente pesante da portare, la burocrazia dovrebbe essere al nostro servizio soprattutto in certe occasione dovrebbe semplificarci le cose non rendercele più difficili, soprattutto NON DEVE MAI umiliarci e costringerci a parlare della nostra malattia in luoghi e situazioni inadeguate.
Chiedo a lei e chiunque altro di dovere una spiegazione per questo accaduto, una delucidazione su questa procedura se consona o quanto meno se siete al corrente che viene svolta in questo modo, se si chiedo che venga assolutamente rivista e corretta, non è accettabile. Ovviamente in sede riservata sono pronta a fornire i miei dati (quali esenzione, pagamento ecc) se serve un riscontro o una verifica ma non certo pubblicamente.
Attendo una risposta scritta quanto più prima possibile, questa lettera sarà resa pubblica non riportando informazioni personali è possibile, inoltre non posso certo pretenderle, ma delle scuse per questa violazione che sento di aver subito sarebbero molto gradite.
Cordiali saluti
Annalisa Nesi