ISEE: I CHIARIMENTI DELL’INPS

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ISEE: I CHIARIMENTI DELL’INPS

Carissimi lettori,

Riporto di seguito il testo della email che ho ricevuto dal “Movimento Handicap” della Regione Veneto in merito alla dichiarazione Isee .

A volte il buon senso fa capolino dove meno te l’aspetti. La buona notizia, dopo la sentenza del TAR del Lazio sull’ISEE arriva dall’INPS: nella dichiarazione ISEE non devono essere indicati  i trattamenti assistenziali, le eventuali esenzioni e/o agevolazioni per il pagamento di tributi, le riduzioni nella compartecipazione al costo dei servizi, nonché le erogazioni di buoni servizio e/o voucher che svolgono la funzione di sostituzione di servizi. Non devono perciò essere indicati i contributi che sono erogati a titolo di rimborso spese, poiché assimilabili, laddove rendicontati, alla fornitura diretta di beni e/o servizi. Per fare un esempio vengo esclusi dal calcolo finale dell’ISEE – i contributi per l’assistenza indiretta, vita indipendente, gli assegni di cura, i contributi per l’abbattimento delle barriere architettoniche o per l’acquisto di prodotti tecnologicamente avanzati o per il trasporto personale: insomma tutti quei contributi erogati come rimborso per spese che la persona disabile e/o non autosufficiente è obbligato, per forza di cose, a sostenere onde poter svolgere le proprie attività quotidiane. L’unica condizione è che il contributo sia erogato a fronte di rendicontazione delle spese sostenute. Più chiaro di così !!!

L’INPS insomma ha deciso di adeguarsi alla sentenza del TAR Lazio, che è esecutiva, ma su cui grava l’incognita del ricorso al Consiglio di Stato.

La logica che in nome di una giustizia sociale del tutto teorica ha prodotto un indicatore economico che colpisce il risparmio, che è terribilmente costoso per le casse dello Stato, che carica l’INPS di lavori inutili e “ tortura” le persone in stato di necessità è difficile da comprendere.

E’ proprio vero che l’SEE è uno strumento di equità sociale? E’ questa la sua vera funzione oppure l’intenzione è quella di espellere dai servizi un certo numero di persone che hanno una manciata di euro in più rispetto ai tetti stabiliti per l’accesso? E’ proprio necessario costringere le persone con disabilità a ricorrere ai CAF per procurarsi un indicatore che più stupido non si può ? Non basta essere persone in situazione di gravità, certificati e valutati, per avere diritto ai servizi necessari? 

Se i servizi mancano, ad esempio le scuole per l’infanzia, come garantiamo i diritti dei bambini e dei genitori, costruiamo gli asili o facciamo le graduatorie degli aventi titolo con l’ISEE?

Flavio Savoldi

10/05/2015

Articolo del Sole 24 ore del 6 Maggio 2015 Leggi

Isee indicatore economico equivalente – clicca quì

Per  approfondimenti sul tema cliccare quì

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