“IL “IO NON CI STO” DEI RAGAZZI DEL LICEO JACOPO DA PONTE: UN SEGNALE DI SPERANZA CONTRO LA VIOLENZA”

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“IL “IO NON CI STO” DEI RAGAZZI DEL LICEO JACOPO DA PONTE: UN SEGNALE DI SPERANZA CONTRO LA VIOLENZA”

Mi fa molto piacere che i ragazzi del liceo Jacopo Da Ponte di Bassano del Grappa si siano dissociati pubblicamente dal sondaggio shock apparso nei giorni scorsi in una chat di classe dove si chiedeva chi si meritava di più di essere uccisa tra  Giulia Tramontano, Mariella Anastasi o Giulia Cecchettin

Ieri mattina all’esterno dell’edificio è stato appeso un lenzuolo con scritto “IO NON CI STO”, questo dal mio punto di vista è un bellissimo segnale perché significa che i giovani ci sono e sono immersi e partecipi nella realtà che li circonda.

Nei giorni scorsi alcuni studenti del medesimo istituto hanno scritto una lettera al Preside dove viene chiesto di aprire un dibattito sulla violenza e sul rispetto reciproco, perché dopo quanto è successo i ragazzi provano un senso di disagio e di insicurezza.

Di seguito riporto la lettera:

“Egregio Signor Preside,

con la presente, noi studenti e studentesse dell’istituto desideriamo portare alla Sua attenzione l’episodio che ha destato in tutti noi un grave allarme collettivo: ciò che si è verificato recentemente all’interno di un gruppo Whatsapp di una classe della nostra scuola, dove è stato inviato un messaggio che diceva: «Chi meritava di più di essere uccisa?», includendo nelle risposte tre nomi di alcune donne vittime di femminicidio. E riteniamo ancora più grave il silenzio derivato da esso.

Siamo profondamente turbati perché, al di là dello sconcerto e dell’indignazione che tale gesto ha suscitato in tutta la comunità studentesca (e non solo), non è seguito alcun intervento né alcuna comunicazione ufficiale da parte dell’Istituto. Questa carenza di risposte ha generato in noi una sorta di “silenzio rumoroso”: il mancato chiarimento e la mancanza di un dibattito aperto sul tema della violenza e del rispetto reciproco ci hanno lasciato in una condizione di disagio e di insicurezza ormai non più tollerabile.

Non sta a noi prendere provvedimenti opportuni per un comportamento così grave nei confronti del nostro compagno. Riteniamo tuttavia indispensabile che l’istituzione scolastica non si limiti a registrare l’accaduto, ma ne faccia occasione di riflessione e di crescita.

Sosteniamo che un intervento educativo, più che puramente punitivo, sia fondamentale per rafforzare quel clima di fiducia e di inclusione che ogni comunità scolastica dovrebbe garantire.

Con questa lettera, desideriamo quindi manifestarle il nostro senso di rabbia di fronte al silenzio e la nostra ferma volontà di collaborare con Lei e Docenti per costruire insieme un ambiente più sicuro, rispettoso e consapevole.

RingraziandoLa per l’attenzione che vorrà riservare a questa nostra richiesta, restiamo in attesa di un Suo cortese riscontro e Le porgiamo i nostri più cordiali saluti.

In nome e per conto della comunità studentesca,”

 

Tengo a precisare che il ragazzo che ha lanciato il sondaggio si è scusato attraverso il suo legale.

Ora attendo di capire come agirà l’Istituto stesso, come la Regione Veneto darà un supporto per trattare questi temi e spero che quanto accaduto Bassano del Grappa sia da stimolo per tutte le scuole d’Italia e che ai ragazzi venga data maggior considerazione e sempre più spazio dove potersi confrontare.

 

Luca Faccio

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