“A MUSO DURO”

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“A MUSO DURO”

Oggi desidero condividere con tutti voi la lettera che Alberto Bertoli mi ha scritto poiché la ritengo carica di spunti che ci possono stimolare a riflettere sul senso della nostra vita e ci invita a non arrendersi mai e ad affrontare la vita “A MUSO DURO” e quando serve anche “ROMPERE I COGLIONI”.

Pierangelo Bertoli per me non è mai stato un idolo ma una persona con la quale ho trovato, attraverso le sue poesie – canzoni, un’ affinità nei contenuti … Grazie Pierangelo.

Ringrazio di cuore Alberto Bertoli per l’amicizia, la stima e il riconoscimento che ha voluto dare al mio Blog attraverso le sue parole.

ciao Luca

Sono Alberto Bertoli il figlio di Pierangelo Bertoli.

Ho letto quello che fai su tuo blog e come diceva mio padre …MI PIACCIONO QUELLI CHE ROMPONO I COGLIONI nel senso buono ovviamente …vedi in realtà se non ci si mobilita in prima persona quello che lo stato fa è praticamente niente e se si aspetta la manna dal cielo abbiamo un bel da aspettare. L’handicap in Italia è sempre stato vissuto come qualcosa da nascondere addirittura la parola che si usa cambia ogni 5-6 anni denominando la stessa cosa ma cercando di “non urtare la sensibilità dei diretti interessati” io penso più che sia cercando di non urtare la sensibilità di chi non sa bene come comportarsi e vorrebbe chiudere gli occhi su questi argomenti facendo finta che non esistano problemi…allora disabili…allora DIVERSAMENTE ABILE una specie di presa in giro una cosa che offende sinceramente le menti intelligenti di chi ha una patologia ma che con il suo cervello non c’ha ancora litigato.

Quello che mi viene da dire leggendo queste pagine è non mollare non pensarci neanche. Se non ti difendi da solo non ti difenderà nessuno! il pietismo che in Italia è una specie di monito che si è sostituito alla solidarietà, è una cosa a mio vedere riprovevole e denigratoria, però allo stesso tempo anche l’autocommiserazione: non ho mai sentito dire a mio padre “povero me” forse una qualche bestemmia si ma era frutto di tutto quello che aveva passato. Ricordo un aneddoto che turbava la mente di mio padre da quando era piccolo…un giorno nel cortile di casa una signora gli si avvicinò e accarezzandolo gli disse “poverino è anche bello” e la stessa persona dotata di poca intelligenza qualche anno dopo scoprendo che lui e sua figlia erano stati a letto insieme andò da lui indignata e gli disse “pensavo fossi una angelo” almeno qui riconosco la freschezza della battuta che sicuramente non era voluta. tutto per dire che in realtà è la concezione che ci manca l’immedesimazione. Ho parlato con un architetto che mi diceva che è molto difficile riuscire a capire come concepire tutta una casa per un handicappato finisce sempre che ti dimentichi qualcosa, allora mi sono permesso di dargli un consiglio da amico: prendi una carrozzina legati le gambe…anche solo le gambe…e stacci una settimana vedrai che non ti dimentichi più nulla.

Bravo ancora e porta avanti la tua battaglia a muso duro ciao Alberto Bertoli

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